Il "Castello" di Tivoli
La fortezza della Rocca Pia si trova in quello che oggi rappresenta il nucleo centrale della città. Fu voluta da Papa Pio II Piccolomini nel 1461 ed è stata costruita sulle rovine di un antico castello medievale del XIII secolo, appartenuto a Federico Secondo di Svevia.
Rocca Pia
Fortezza del tardo medioevo ed inizi del rinascimento
Doveva servire per controllare il territorio e difenderlo dagli eventuali attacchi nemici, contrastare l’insorgere di rivolte contro la chiesa da parte dei tiburtini, e sedare i frequenti conflitti tra le due potenti famiglie degli Orsini e dei Colonna.
Enea Silvio Piccolomini nacque a Corsignano il 18 ottobre 1405 e divenne papa a 53 anni, dopo soli 13 anni di carriera ecclesiastica. Di salute piuttosto cagionevole, mori ad Ancona il 14 agosto del 1464 mentre che, alla testa di un piccolo esercito, si preparava ad imbarcarsi per la Terra Santa.
La Rocca Pia è una un’opera architettonica che rispecchia la rivoluzione artistica determinata dal rinascimento.
Nell’epoca in cui per la residenza di ricchi e potenti signori venivano edificate sontuose ville, per la difesa venivano “inventate” le rocche.
E quella di Tivoli, ne è un esempio da manuale, in quanto ben conservata e restaurata.
I castelli e le fortezze di allora avevano fatto un passo avanti nell’efficienza della difesa realizzando torri con i merli che sporgendo verso l’esterno, permettevano ai soldati di colpire meglio gli avversari sottostanti con pietre, acqua ed olio bollenti. Ma le nuove rocche, come quella di Tivoli avevano in più mura tonde, molto più spesse e basse che potevano resistere anche ai colpi di cannone della nuova tecnologia bellica dell’artiglieria pesante.
L’evidenza che queste erano vere e proprie novità difensive di stile rinascimentale, si ha anche osservando un affresco del 1465 di Andrea Mantenga, realizzato per la “Camera degli sposi” del castello di San Giorgio di Mantova.
Qui per onorare papa Pio II, il quale aveva conferito l’alta onorificenza della “Rosa d’Oro” a Ludovico Gonzaga e nominato Cardinale il figlio, sono state rappresentate zone di Roma e di altre città limitrofe nello stato pontificio.
Camera degli Sposi
Nella lente il particolare della costruzione della Rocca Pia
In uno di questi scorci si nota la costruzione della rocca di Papa Pio II a Tivoli con il torrione principale a base quadrata anziché rotonda,
forse pensando che lo stile fosse ripreso dalla preesistente torre federiciana,
sui quali resti la rocca si stava costruendo. Egli, in effetti, era stato informato della prestigiosa costruzione ma
si suppone che non avendola mai vista, non poteva conoscerne le fattezze. Né poteva sapere delle novità architettoniche che caratterizzavano.
Per la sua realizzazione furono impiegati materiali edili ricavati dai ruderi dell’annesso anfiteatro romano, che comunque doveva essere raso al suolo per evitare che potesse offrire riparo ai nemici durante eventuali battaglie.
Incutendo timore e rispetto ai nemici, raramente la Rocca Pia fu coinvolta in battaglie, ma ci furono avvenimenti storici legati ad essa. Fu utile a proteggere Tivoli durante “sacco di Roma” ad opera delle forze militari di Carlo V. In questa rocca il Papa Paolo III ricevette nella rocca S. Ignazio di Lodola, fondatore della “Compagnia di Gesù,”, per approvarne la regola il 3 settembre 1539. Dopo varie vicissitudini che la videro usata dalle milizie pontificie e occupata da quelle francesi, divenne un carcere fino al 1960. Negli anni 80 fu chiusa al pubblico per importanti opere di manutenzione, che si
sono compiuti del tutto solo negli ultimi tempi. Grazie al “Federalismo Demaniale e Culturale”,
la rocca è tornata ad essere di proprietà del Comune di Tivoli, quindi un bene godibile e visitabile ai cittadini ed ai suoi turisti il 13 dicembre del 2018.
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