Santuario di Ercole Vincitore
L'olio di oliva, l'antica Roma e l’Ercole Tiburtino
I "Cocci" del Testaccio
Particolare del "Monte dei Cocci"
La foto a destra ritrae una caratteristica parete
del monte "testaccio" di Roma. Si tratta di uno dei sette colli artificiali
romani alto 54 mt sul livello del mare, raggiunti grazie ad un deposito di "cocci" di 36 metri
di altezza per 1,5 km di larghezza perimetrale.
Un "monte"
che ha la peculiarità di essere stato realizzato tra il 144 e 251 D.C. con i resti di 53 milioni di recipienti di terra cotta (“testae” )
, per la maggior parte anfore di tipo Dressel 20 di 70 litri, che fanno pensare ad un importazione di olio in quegli anni di circa 6 miliardi di litri,
originari per lo più dall'Andalusia e derivanti dall'intensa attività che
l'imperatore Adriano aveva permesso di sviluppare nel commercio di olio d'oliva
importato dalla Spagna Italica di cui era originario.
Anfora olearia
Il tipico contenitore dell'olio di oliva in epoca imperiale erano le anfore in terracotta, recipienti dotati di anse per il trasporto, un collo con orlo rinforzato ed un piede (o puntale) finale che
permetteva all'anfora di essere conficcata nella sabbia o nel terreno, oppure di essere impilata nella stiva di una nave su altre anfore
Si è calcolato che
Roma durante quel periodo, per soddisfare la richiesta di olio di oltre un
milione di abitanti, avesse dovuto importare (e successivamente smaltire sul
"Testaccio") l'impressionante numero di 130Mila giare e anfore romane
servite per contenere e trasportare ben 7,5 milioni di litri d'olio
d'oliva l'anno.
Tale enorme quantità di olio testimonia l'importanza che "l'oro liquido" aveva
per i romani tanto che, per volere di Adriano, l'olivicoltura
dell'impero, e soprattutto quella del centro Italia, ebbe la sua massima
espansione proprio in questo periodo.
Tivoli e tutta la Sabina possono vantare ancor oggi una produzione e lavorazione tradizionale di olive, olio e vino che origina proprio
in quell'’epoca romana, dove oli e vini come il Tiburtinum e Sabinum risultavano molto rinomati. Infatti la proverbiale
L'Albero Bello
L'abnorme ulivo di Villa Adriana che con i suoi 16 mt di altezza (ma erano 21 metri prima di essere stato coplito da un fulmine) e più di 6 metri di larghezza con un'età di soli 580 anni, testimonia la fertilità della terra tiburtina
fertilità del terreno ed i fattori pedoclimatici di questa zona dell’Agro Romano Antico che permettevano e permettono a queste produzioni un’elevata qualità, sono state a lungo descritte da famosi scrittori dell’epoca Romana. Oltre che da esperti agronomi come Catone, Columella e Saserna, la fertilità di queste terre sono riportate anche da Varrone che pur essendo un cultore della lingua latina del calibro di Cicerone e Virgilio, non disdegnava di occuparsi anche di olivicoltura, dispensando spesso consigli sul come produrre il buon olio di oliva della Sabina, sua terra natia.
Con questa manifestazione, organizzata dalla direzione del Santuario di Ercole Vincitore in occasione della giornata dei musei per l‘olio ed il vino indetta dal ministero dei beni culturali, si vuole evidenziare la concreta possibilità del polo turistico tiburtino di poter promuovere anche un turismo enogastronomico grazie a possibili approfondimenti storico culturali che renderebbero visibili al turista, oltre che gli antichi resti della civiltà romana e delle bellezze rinascimentali, le risorse agricole della zona, spesso legate a doppio filo con la storia dei monumenti.
L'Olivone di Canneto Sabino
L'antichissimo ulivo della DOP SABINA, misura circa 15 metri di altezza e 6,2 metri di larghezza con una chioma di circa 30 metri di diametro.
Si pensa che abbia più di 2000 anni
Nella sede, da poco restaurata, del grande Santuario, l’istituto Villa Adriana e Villa D’Este apre per la prima volta le porte ai coltivatori di olivi ed a quanti desiderano degustare, acquistare ed apprendere le tecniche di produzione e di riconoscimento della qualità di questo pregiatissimo prodotto del territorio.
La manifestazione prevede un workshop dove saranno illustrate la storia dell’olio (dai miti ai contenitori), gli aspetti nutrizionali, i più recenti strumenti di indagine sulla qualità e la provenienza dell’olio extravergine di oliva tramite DNA e la presentazione di numerosi produttori della zona.
A fianco nel suggestivo portico del Tempio e lungo la via coperta all’interno del Santuario si svolgerà la mostra mercato dove sarà possibile assaggiare e acquistare l’olio, le olive ed i prodotti da questi derivati.
Durante la manifestazione un panel di esperti valuterà la qualità degli oli presentati all’assaggio, ed alla conclusione dell’evento assegnerà dei premi per categoria degli extravergini a coltivazione biologica e convenzionale.
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