Da vedere a Tivoli
MONUMENTO AI CADUTI
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Monumento ai caduti della Grande Guerra
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Situato nei giardini della Piazza Garibali, là dove il 5 maggio del 1849 l’eroe dei due mondi con i suoi 2000 uomini si accampò in attesa di marciare verso Palestrina eVelletri, troneggia il monumento ai caduti della prima grande guerra. Fu realizzato dallo scultore Carlo Fontana di Carrara ed inaugurato il 15 dicembre del 1930 dal Re Vittorio Emanuele III, e da autorità civili, militari e religiose. Il monumento, costato 270.253,50 lire e pagato per più della metà dal Comune di Tivoli e il restante da donazioni di privati cittadini, rappresenta e rende omaggio ai tanti giovani tiburtini caduti durante la prima Guerra Mondiale. Agli inizi del 2019, all’opera originaria, sono state aggiunte le tavole di travertino scolpite dei nomi dei tiburtini sacrificati alla Patria. |
LA ROCCA PIA, ESEMPIO DI CLASSICA ROCCA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO
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Rocca Pia
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Opera realizzata da papa Pio IV nel 1461, per assoggettare la superba Tivoli al dominio pontificio. La rocca quadrata e formata da quattro torri circolari poste agli angoli della fortezza, ha mura spesse, compatte e rinforzate con alle torri merli guelfi. La Rocca nel 1870 assolse alle funzioni di carcere fino a circa mezzo secolo fa. Successivamente divenne monumento visitabile da turisti e cittadini e poi, negli anni ottanta, definitivamente chiusa al pubblico. Da poco restaurata è tornata godibile ai cittadini ed a i turisti di Tivoli. E’ importante per gli studiosi di architettura perché tipico esempio di fortezza tardo Medievale-rinascimentale da visitare assolutamente. A questo scopo l’amministrazione comunale sta provvedendo ad affidare al F.A.I. la gestione del bene comunale appena ricevuto dal Demanio.
Curiosità: il bene è tornato in possesso all’amministrazione comunale il 13 dicembre del 2018. Nello stesso giorno e mese del 1250 avvenne il decesso di Federico II di Sveva, che volle il castello federiciano con torre a base quadrata, sulle quali rovine fu costruita la Rocca.
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ANFITEATRO ROMANO DI BLESO
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Anfiteatro Romano di Bleso
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Di questo bel anfiteatro, chiamato
di Bleso, dove si svolgevano i giochi con gladiatori come la caccia alle fiere, rimangono solo
poche delle sue rovine. I resti più importanti dell’anfiteatro furono
rasi al suolo durante la costruzione della Rocca Pia nel XV secolo, per evitare che potessero offrire riparo ai nemici
del romano pontefice durante i loro assalti alla rocca. Tuttavia conserva ancora la forma ellittica che delimitava un’arena centrale di di 60X40 mt., e
parte delle sostruzioni che sostenevano gradinate alte, si suppone,
circa 12 metri.
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ARCO DEI PADRI COSTITUENTI
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Arco dei Padri Costituenti
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Si trova a piazza Garibaldi, quella principale di Tivoli, vicino al complesso scolastico del Convitto Nazionale. Anche detto più semplicemente "Arco di Pomodoro" è un’opera scultorea del 2009 di Arnaldo Pomodoro, uno dei più importanti scultori italiani, fratello maggiore del famoso Giò Pomodoro scomparso nel 2002, che era considerato tra i più influenti scultori astratti del panorama internazionale del XX secolo. E stata commissionata dal Comune di Tivoli con il cofinanziamento della Provincia di Roma e della Regione Lazio. Rappresenta l’Assemblea costituente della Repubblica Italiana che diede via alla Costituzione. Largo 14 metri ed alto 7 , poggia le basi triangolari di 2 metri per lato su due vasche d’acqua. Il materiale usato per l’arco è l’acciaio, mentre le basi, cioè gli elementi realizzati da un unico calco della scultura dell’artista, sono in bronzo |
CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE
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Chiesa di Santa Maria Maggiore
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Costruita per volere di Papa Semplicio sopra i resti di un’antica villa romana, fu successivamente ampliata e trasformata quando, nel XII secolo, la zona abitata circostante fu inclusa nelle mura della citta da Federico Barbarossa, al quale la città si sottomise nel 1155. La chiesa subì nuove modifiche nel XV secolo, quando le arcate laterali furono trasformate in finestre a tutto sesto, e fu realizzato il portale in stile gotico con sopra di esso il tabernacolo, realizzato dallo scultore Angelo da Tivoli. Il campanile fu rifatto invece nel 1590. All’interno dell’altare maggiore delle chiesa, opera dell’arch. Galvani, è custodito il quadro della Madonna delle grazie, un’ opera preziosa dipinta da Jacopo Torritti, pittore francescano. |
VILLA D’ESTE
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Villa D’Este
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Un tempo austero monastero dei Benedettini di Farfa, del quale rappresentava una specie di succursale, divenne nel 1550 la residenza del Cardinale Ippolito II d’Este, figlio della famosa Lucrezia Borgia e Alfonso I d’Este, che fu nominato Governatore della città. Fu progettata e realizzata dall’architetto Pirro Ligorio che, con il benestare del Cardinale Ippolito, la decorò oltre che con meravigliose fontane, anche con delle bellissime statue provenienti per lo più dagli scavi della vicina Villa Adriana. Nel 1999 è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità.
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A BROKEN KISS IGOR MITORAJ
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A Broken Kiss Igor Mitoraj
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E’ la statua-fontana realizzata nel 2008 dal famoso artista polacco post-modernista Igor Mitoraj, nato ad Oederan, in Germania il 26 marzo 1944 e morto all’età di 70 anni a Parigi il 6 ottobre 2014 . L’artista fortemente orientato al classicismo, era solito rappresentare corpi spesso di uomini nudi, fratturati, con arti mancanti riproponendo il classico in chiave moderna, o meglio post-classica, e rievocando il misterioso fascino perfetto dell’antico, quindi del classicismo e dei frammenti dei suoi reperti. Proprio la nudità di alcune parti della scultura voluta dal comune di Tivoli ed ospitata a piazza Trento, accanto al muro di cinta di Villa D’Este e davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore, fu oggetto di polemiche tra i clericali, i devoti della parrocchia e l’amministrazione cittadina. I clericali ed i parrocchiani, infatti, consideravano la statua davanti alla chiesa scabrosa e irriverente, posta nel luogo dove una tradizione centenaria vuole che Gesù e la Madonna s’incontrino per il tradizionale inchino ferragostiano |
PALAZZO SAN BERNARDINO
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Palazzo San Benardino
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Nel Palazzo San Bernardino, sede del Comune di Tivoli, si trovano pitture e sculture di pregio, come la quattrocentesca pala d’altare realizzata da Sano di Pietro, pittore senese del 1400 tra gli artisti più richiesti e quotati del mercato antiquario mondiale di opere d'arte, che ritrae San Bernardino da Siena, un santo molto venerato a Tivoli, dal quale il palazzo trae il nome. Tra gli affreschi presenti nel palazzo, degna considerazione và a quello preziosissimo della "Sibilla tiburtina che profetizza la nascita di Gesù" realizzato dalla scuola del Taddeo e Federico Zuccari. Il palazzo San Bernardino fu costruito sui resti delle mura di cinta dell’antica Tibur risalenti al V-IV secolo A.C., e comprende anche una torre medioevale posta sulla facciata anteriore di ingresso. L’edificio fu in parte donato da papa Sisto V alla cittadinanza nel 1587,ed in parte fu acquistato grazie ad un prestito di S. Filippo Neri |
PIAZZA MONUMENTALE MEDIOEVALE DI TIVOLI
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Piazza Medioevale
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Nei pressi del centro cittadino resiste la piazza medioevale oggi chiamata piazza Palatina, dove si erige una suggestiva casa torre (ce ne sono altre in Vicolo dei Ferri, Via Postera, Via del Seminario e Via del Colle) che in quel periodo, oltre a svolgere la funzione di abitazione per i miles, aveva anche quella di vegliare sul vicino Arengo, cioè il palazzo comunale dove si svolgevano le riunioni per risolvere le questioni comunali. Tale piazza, che comprende anche quella delle Erbe, ospita la chiesa di San Michele, oggi sconsacrata, con il suo bel campanile risalente alla stessa epoca medioevale. Da notare il bel palazzo settecentesco appartenuto alla storica famiglia dei Del Re, poi divenuta palazzo della famiglia Boschi, da cui prende oggi il nome. Da notare anche le due mezze colonne usate per rinforzare la facciata e come elemento architettonico, che provengono sicuramente dagli scavi effettuati a quei tempi in Villa Adriana. |
CHIESA DI SANTO STEFANO E LE CASE TORRI
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Chiesa di Santo Stefano
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Anche questa chiesa, dedicata al primo martire di Cristo, si pensa sia stata edificata da papa Semplicio nel V secolo D.C., per donare un luogo di preghiera ai fedeli tiburtini da dedicare al culto di Santo Stefano. Tuttavia la struttura architettonica è databile tra l’XI° ed il XII° secolo d.c. La pianta ad una sola navata, presenta un porticato con due colonne originali, mura in laterizi e un campanile. Sconsacrata nel 1827, ebbe varie funzioni, tra cui quella di teatro cittadino. Agli inizi del 900, grazie allo storico Vincenzo Pacifici, furono scoperti suggestivi affreschi che raccontano la vicenda di Santo Stefano. Poco distanti vi sono varie case torri che caratterizzano tutta la zona medievale dell’antica città. |
PONTE DI SAN MARTINO E LA TORRE DI GUARDIA
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Ponte San Martino
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Da piazza Rivorola, passando su via della Sibilla, si va per il rione più antico della città, quello di Castrovetere. La cosiddetta "Cittadella", ovvero l’acropoli di Tivoli, dove si insediò il primo nucleo abitativo tiburtino, visto che qui poteva contare sulla protezione naturale di un’area pressoché inaccessibile. Per questa via si raggiunge il ponte San Martino e la sua Torre di Guardia, un punto strategico per la difesa della zona. Il ponte S. Martino collega le due parti della città medioevale. Affacciandosi dal ponte, si può godere della bella vista della chiesa di Quintiliolo immersa tra olivi centenari. E più a sinistra si può notare l’altra zona medioevale della città, dove spicca una torre di difesa eretta nel VI secolo, detta di S. Caterina per via della vicinanza all’omonimo ex-convento. Più vicino si notano i fabbricati per la produzione della carta, oggi monumenti di archeologia induztriale. Sotto il ponte, tra i ruderi delle cartiere, si nota la condotta di acqua Vesta che ancora oggi contribuisce ad alimentare la centrale elettrica dell’Acquoria
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TEMPLI DI VESTA E SIBILLA
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Templi della Sibilla e della Vestale
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I due templi si trovano entrambi su di una rupe che da sullo splendido paesaggio di villa Gregoriana e delle cascatelle poste accanto all’antico lavatoio di ponte Gregoriano. Sono inglobati a quello che è ritenuto l’agglomerato più vetusto della città. Il più antico, il tempio rettangolare della Sibilla risale al II secolo A.C. ed è realizzato in stile Ionico, con semicolonne laterali che insieme alle pareti, poggiano su un basamento in travertino. E’ stato per un periodo la chiesa di Giorgio. Quello della Vestale è invece a base rotonda, con colonne scanalate di tipo Corinzo, su cui poggia un soffitto di travertino a cassettoni. Delle originarie 18 colonne, oggi ne rimangono solo 10. Entrambi si affacciano sul Parco di Villa Gregoriana, uno scenario molto suggestivo che il Goethe aveva definito "il bell’orrido". |
PONTE GREGORIANO
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Ponte Gregoriano
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Per godere appieno della straordinaria bellezza dell’opera Gregoriana, si consiglia di osservarla dalla rupe dei templi della Sibilla e della Vestale. Prima della costruzione del ponte lì passava l’antico letto del fiume Aniene con le sue poderose e acque. A seguito di una grave alluvione che devastò parte dell’antica città di Tivoli, avvenuta nel 1826, il papa Gregorio XVI° decise di deviare il percorso delle tumultuose acque dell’Aniene in un nuovo percorso poco distante ma molto più sicuro. Il nuovo percorso, convogliando le acque in due cunicoli artificiali scavati nel vicino monte Catillo, vanno a formare la grande cascata artificiale di Tivoli dal salto di oltre 120 metri. Nel 1944, durante la ritirata dei tedeschi, il ponte fu distrutto e successivamente ricostruito dalle istituzioni pubbiche. Oggi dopo alcuni lavori di manutenzione, è stata predisposta la possibile apertura del bacino idrico di San Giovanni verso l’antico percorso del fiume, rendendo possibile, all’occorrenza, rivivere l’immagine dell’antica cascata, più volte riprodotta in antiche stampe e dipinti del Grand Tour. |
PARCO VILLA GREGORIANA E LA GRANDE CASCATA
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Parco Villa Gregoriana
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Una volta conosciuto col nome di Villa di Manlio Vopisco, per la presenza dei resti di una villa romana al suo interno, fu rinominata Villa Gregoriana in onore al papa Gregorio XVI° per essere stato l’artefice della deviazione dell’Aniene, che creò la grande cascata di 120 metri del sito naturalistico. Quest’opera fu necessaria per la messa in sicurezza della zona, dopo che nel 1826 il fiume Aniene, in una delle sue tante esondazioni, distrusse parte della città vecchia. La deviazione fu realizzata scavando nel monte Catillo due cunicoli, che convogliano l’acqua del tumultuoso fiume lontano dal centro abitato, e facendolo precipitare in uno dei precipizi della cosiddetta Valle dell’Inferno. La bellezza del luogo era già famosa nel mondo artistico, e nel suo viaggio in Italia del 1705, lo scrittore britannico Joseph Addison annotò che molti pittori da Roma raggiungevano Tivoli per studiarne il paesaggio. Tuttavia l’opera di Gregorio XVI° lo migliorò, regalando alla città di Tivoli un vero gioiello della natura. Nel parco, da vedere assolutamente, ci sono le grandi grotte delle Sirene e di Nettuno, che inghiottono in spaventosi antri le acque dell’Aniene facendole ricomparire più a valle. Nel 2003, dopo un importante restauro finanziato dalla comunità europea, il demanio ne ha affidato la gestione al F.A.I, che oggi ha portato ad oltre 70.000 ingressi i visitatori della villa non residenti. |
CATTEDRALE O CHIESA DI SAN LORENZO
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Chiesa di San Lorenzo
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Bella cattedrale del IX secolo a navata unica con due cappelle laterali, poggia le sue fondamenta sulla basilica civile al foro tiburtino. Era inizialmente in stile architettonico romanico e poi, dopo la ricostruzione del 1635 ad opera del Cardinale Giulio Roma (nato a Milano, fu Vescovo di Tivoli dal 1634 al 1652) che la rifece in barocco, lasciando solo il campanile nell’originario stile. All’interno vi sono custoditi due opere di notevole interesse artistico: la prima è il trittico del S.S.Salvatore con il dipinto del XII secolo a tempera su tavola posto in una delle due cappelle del Duomo. La seconda è il gruppo scultoreo del XIII secolo in legno raffigurante la Deposizione di Cristo. |
MENSA PONDERARIA
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Mensa Ponderaria
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Del I° secolo a.c., il ponderarium-augusteum fu scoperto da Felice Genga nel 1883, durante degli scavi di manutenzione di un vecchio edificio. In questo luogo si custodivano i modelli dei pesi e delle misure usate, in tempi antichi, nel commercio romano che a Tivoli era sviluppato nel vicino foro tiburtino. Questi campioni venivano tarati obbligatoriamente secondo i modelli custoditi a Roma, e ne sono rimasti diversi posti sui due banconi presenti nella mensa. Sul lato destro delle mense si trova l’Augusteum, il sacello dal fondo semicircolare che era stato dedicato al culto imperiale e dove i sacerdoti si riunivano per rendere omaggio all’imperatore. Sull’altro lato, vicino l’ingresso della Cattedrale, si trova la “Forma”, ovvero l’antico lavatoio pubblico che a Tivoli prende tale nome. |
CHIESA DI SAN SILVESTRO
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Chiesa di San Silvestro
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Chiesa in stile romanico. Fu costruita nel XII secolo e comprendeva tre navate con dodici colonne di marmo cipollino. All’interno vi sono importanti affreschi del XII secolo, posti sull’arco trionfale e sull’abside. Tali affreschi narrano la leggenda dell’imperatore Costantino e San Silvestro. La chiesa nel corso degli anni subì delle trasformazioni. Le due navate laterali furono chiuse e le colonne vendute. Poi, per allargare la strada di Via del Colle e permettere un miglior transito dei carri, si rese necessario abbattere una navata. |
SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE
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Santuario di Ercole Vincitore
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Il Santuario di Ecole Vincitore sorge intorno al secondo secolo A.C. a Tivoli, dove il culto di Ercole (Herculaneum Tibur) protettore di pastori, greggi e sorgenti di cui Tivoli era ricca, era praticato con regolarità. La zona era un punto di snodo tra l’area latina e quella sabina e particolarmente strategica dal punto di visto commerciale poichè di lì passava la via Tecta, l’Antica via Tiburtina, che collegava Roma con le regioni ad est della penisola. Punto cruciale per lo scambio merci del centro Italia, era un transito pressoché obbligatorio per la transumanza delle greggi che in Abruzzo d’inverno scendevano dal monte Velino e, partendo dall’antica città di Alba Fucens erano portate dai pastori a svernare verso i pascoli della pianura romana e la maremma laziale. Al passaggio al Santuario di Ercole i pastori ricevevano la protezione di Ercole, ma dovevano pagare un dazio in ragione alla quantità di pecore che portavano. Questa tassa veniva ampiamente ripagata dalla possibilità di vendere lana, latte e formaggi nel mercato interno al Santuario. L’edificio dalle notevoli dimensioni di 3.000 mq, costruito sul ripido pendio della collina tiburtina, poggia la sua struttura su imponenti sostruzioni sulle quali si erigeva il complesso composto da un porticato ad u, aperto nel lato anteriore che si affaccia sul maestoso panorama pianura romana. Al centro vi era posto il sacrario e avanti esso, una gradinata semicircolare per un teatro. Sotto la platea, per volere di Lucio Ottavio e Caio Rustio, fu realizzato un tratto coperto della via Tecta di otto metri di larghezza, dove ai lati ospitava delle botteghe e si sviluppava un ricco commercio per i pellegrini in transito. Le ricchezze accumulate permise ad Agusto di ottenere un prestito per combattere alcune guerre guerre civili.Lo scenario doveva ai risultare ai viandanti un maestoso capolavoro di architettura, realizzata in splendidi marmi e travertino, il Lapis Tiburtinus, pietra tipica della zona con cui i romani costruivano la maggior parte delle loro opere architettoniche. |
L’ANTICA VIA TIBURTINA CHE COLLEGA TIVOLI CON ROMA
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Antica Via Tiburtina
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La via Tiburtina, oggi Strada Statale 5, è dopo l’Appia Antica, la prima strada a collegare Roma con un villaggio limitrofo attraverso una via diretta e lastricata. Sorta nel 450 a.c., diventò una via consolare nel 286 a.c. per volere del Console Marco Valerio Massimo, iniziava dalla porta Tiburtina di Roma, zona San Lorenzo, ed arrivava solo fino a Tivoli. Poi per necessità commerciali fu portata fino a Pescara percorrendo in tutto 216,600 Km. Fu tracciata inizialmente, dalla naturale formazione dei sentieri battuti dalle pecore dei pastori interessati dalla transumanza, i cosiddetti tratturi. La transumanza era l’usanza di portare a svernare le pecore in luoghi più miti, quindi verso le pianure limitrofe al mare. Il perché i pastori preferissero svernare nella pianura romana, o meglio nell’Agro Romano Antico e Tiburtino, anziché in altre mete è presto detto: Le campagne tra Tivoli e Roma erano pressoché libere da ostacoli naturali che impedissero i temperati venti marini del Tirreno di raggiungere le campagne tiburtine, perciò potevano godere di temperature invernali abbastanza miti, senza dover percorrere troppi chilometri. Inoltre la vicinanza a Roma assicurava un’abbondante scambio commerciale di formaggi ed altri prodotti degli ovini da latte. Ma c’era anche un terzo importante motivo quasi mai considerato dagli storici, ed era la presenza a Tivoli delle acque sulfuree che i romani chiamavano Albule per il loro caratteristico colore bianco, dovuto all’alta presenza di zolfo. E questo perchè sfruttavano l’azione disinfettante dello zolfo, per disinfettare ferite e combattere le malattie della pelle umana e quella degli animali, e liberarle dai parassiti. L’azione disinfettante, curativa e disinfestante delle acque solfuree era quindi ben conosciuta agli antichi romani, tanto che ne fecero grandi terme. Ma allo stesso modo era conosciuta ai pastori, che vi immergevano gli animali. Oggi questi benefici sono ampiamente dimostrati sia dalla scienza medica, sia da quella veterinaria. La via Tiburtina era anche il luogo dove si trovava abbondante il Lapis Tiburtinus, ovvero il travertino romano, dove tutt’oggi si estrae per esportarlo in tutto il mondo.
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CASA GOTICA DI VIA CAMPITELLI
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Casa Gotica
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Tivoli vanta vicoli medievali di grandi suggestioni, con edifici aventi mura esterne arricchite di preziosi reperti archeologici di epoca romana, provenienti dal vicino Santuario Di Ercole Vincitore e da Villa Adriana. Tra questi vicoli la casa Gotica è tra le più antiche e suggestive di queste abitazioni. Si tratta di un eccellente esempio di arte medievale con elementi stilistici come il proffero,una tipica scala esterna su di un’arcata, i merli sorretti da mensole di marmo ecc... |
CHIESA DI SAN PIETRO ALLA CARITA'
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Chiesa di San Pietro alla Carità
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Come la chiesa di Santa Maria Maggiore, anche questa fu realizzata per volere del papa tiburtino Semplicio (468-483), e fu anch’essa edificata sulle rovine di un’antica villa romana. Inizialmente in stile romanico, fu ricostruita nel XII secolo con ornamenti di stile Barocco che tuttavia perse in seguito alla restaurazione del 1950, fatta per riparare i danneggiamenti subiti durante un bombardamento sulla città nella II guerra mondiale. Ha un abside le cui mura perimetrali penetrano e sono visibili all’interno di Villa D’Este. Possiede tre navate separate da due file di nove colonne in stile ionico. Dodici di queste sono originali e realizzate in marmo cipollino. Ha un pavimento cosmatesco a quinconce. A destra c’è un campanile su base quadrata a tre ripiani di cui basamento e primo ripiano sono risalenti al XII secolo, mentre gli altri due ripiani sono risalenti al XIV secolo. All’interno della chiesa sono rimasti due affreschi del XII secolo, una scena della Crocifidssione, ed la Madonna con il Bambino. Per le suggestioni che regala, il sito è spesso oggetto di attenzioni cinematografiche, e nel novembre del 2018 vi è stato girato parte della fiction su Lorenzo de’ Medici. |
TOMBA DELLA VESTALE COSSINA
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Tomba della Vestale Cossina
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Forse si tratta dell’unica tomba di una Vestale che sia mai stata scoperta. Il rinvenimento fu dovuto allo smottamento del terreno dove era sepolta, in una zona definita Ponte dei Sepolcri, un antico sepolcreto romano. Si tratta della Vestale Cossina,vissuta il I° secolo d.c., come dimostra il nome inciso sulla tomba. Era figlia di un tiburtino di nome Lucio Cossino. Entrata ad 8 anni nel servizio del mantenimento del Sacro Focolare Domestico, vi rimase fino alla morte avvenuta alla rispettabile età di 75 anni. Il sepolcro si trova sulla riva destra del fiume Aniene, e lo si può raggiungere facilmente da Viale Giuseppe Mazzini, nei pressi del numero 65, grazie ad una comoda scalinata che scende sulla riva del fiume lungo un percorso illuminato. Successivamente, li vicino, si scoprì un’altra tomba interessante, quella di una bambina con la sua bambola snodabile in avorio del II° o III° secolo d.c. |
VILLA ADRIANA
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VILLA ADRIANA
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Fuori dal perimetro centrale della città, ma sempre nel territorio comunale di Tivoli, si trova la meravigliosa Villa Adriana. Posizionata nell’ampia pianura sottostante Tivoli, è immersa negli oliveti tiburtini ed è nota al mondo per l’imponente grandiosità della sua architettura romana. E’ senza dubbio la testimonianza più importante della civiltà romana, soprattutto in termini di quantità di opere e dimensioni. Infatti la superfice della villa è di 120 ettari, cioè il doppio di quella di una città romana di media entità. Per rendere l’idea Pompei, una città che aveva un’estensione di 60 ettari, era la metà della residenza tiburtina di Adriano. La villa fu fatta costruire dall’Imperatore romano tra il 118 ed il 138 d.C., che ne seguì personalmente il progetto e lo sviluppo. L’edificazione, con un’organizzazione costruttiva di tipo militare, ebbe varie fasi. La prima fase riguarda la ristrutturazione di una precedente villa repubblicana. Poi costruì un insieme di monumenti che erano le ricostruzioni di edifici, specchi d’acqua, terme, biblioteche, teatri, templi che Adriano ammirò nei suoi lunghi viaggi, e volle portare con se immortalandone le bellezze e ricreandone le suggestioni nella villa |
IL MAUSOLEO DEI PLAUZI E PONTE LUCANO
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Il mausoleo dei Plauzi
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Laddove, in antichità, il fiume Aniene diventava navigabile (per la felicità di Adriano, che così poteva contare di un’ulteriore via di traporto verso e da Roma), e dove Marco Plauzio Lucano e Tiberio Claudio Nerone (il futuro Imperatore di Roma), duumviri quinquennali a Tibur costruirono il Ponte Lucano, cioè Pons Lucani o Pons Lucanus, in origine composto da 5 archi in travertino, sorge il Mausoleo dei Plauzi (o Mausoleo dei Plautii). Realizzato nel I° secolo d.c., con blocchi di travertino ed una forma cilindrica simile a quello di Cecilia Metella sulla via Appia di Roma, era la monumentale tomba della famiglia di M. Plauzio Silvano originario di Trebula Suffenas, nei pressi di Ciciliano. Nel XV° secolo fu trasformato in Torre di Guardia all’adiacente ponte. Oggi il Mausoleo è affidato all’Istituto Villa d’Este e Villa Adriana, ed i beni culturali hanno già destinato 2,5 milioni di lire per la restaurazione. Ma finchè non verrà trovata una soluzione al pericolo idrogeologico, non potranno essere avviate le attività di riqualificazione. |
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