Gli edifici di Villa Adriana
Il Pecile
Il Pecile
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Durante uno dei suoi lunghi viaggi, Adriano rimase molto colpito quando ad Atene vide “Il Pecile”. Il Pecile di Atene era un portico dipinto a fresco dal pittore e scultore Micone assieme a Polignoto di Taso.
Tra le pitture presenti vi erano la sconfitta di Troia di Polignoto, la battaglia di Oenoe e quella di Maratona di Paneno nonché un’amazzonomachia (tema iconografico dell'arte greca) di Micone.
Il Pecile di villa Adriana era lungo più di 230 mt e largo circa 100 mt.
Era composto da un’ampio e doppio porticato utile per lunghe passeggiate al coperto sia d’estate che d’inverno attorno ad un lago oggi visibile perché ricostruito.
Il Pecile aveva anche una funzione di separatore delle varie aree della villa che era suddivisa in tre parti: i quartieri orientali, quartieri centrali imperiali ed i quartieri superori. Questa struttura quindi accoglieva gli ospiti in entrata e li “smistava”, a seconda del motivo della loro presenza, nelle zone di competenza.
Sotto di essa grazie ad un dislivello del terreno dove si sviluppava le villa, vi erano state ricavate delle piccole stanze chiamate “Le cento camerelle” usate per lo più come magazzini e/o rifugi per gli schiavi.
Edificio delle tre esedre
Edificio delle tre esedre
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Appena fuori il Pecile, dalla parte opposta al lato di ingresso si trova un edificio con tre semicerchi (esedre). Ancora oggi non si conosce l’uso di questo edificio, tuttavia l’importanza del monumento è data dalla testimonianza della capacità innovativa di Adriano, il quale con la realizzazione dei questa magnifica villa. arricchì notevolmente il gusto artistico dell’architettura romana.
Anche famosi architetti del rinascimento hanno tratto ispirazioni da questa villa per le loro celebri opere, soprattutto nel realizzare ville e palazzi per nobili signori.
Le piccole terme
Le piccole terme
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Queste terme destinate alle donne erano edifici più piccoli di quelle terme destinate agli uomini. Tuttavia non erano architettonicamente meno funzionali delle altre.
La stanza principale con la sua forma ottagonale ha influenzato il Bernini nell’esecuzione di opere in stile barocco. Il tetto della stanza é una cupola di una certa importanza ed il complesso tutto godeva di una piscina di buone dimensioni usata per il relax delle donne ospitate.
Sono inoltre presenti le tipiche strutture termali come il frigidarium, il calidarium ed il tepidarium, rispettivamente per il bagni freddi, caldi e tiepidi.
Le grandi terme
Le grandi terme
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Queste terme erano di dimensioni più grandi delle precedenti poiché destinate agli uomini, i quali davano molto importanza alle cure termali alle quali dedicavano un’assidua frequentazione. Accanto alla struttura si trova un’aria rettangolare che fungeva da palestra all’aperto, e poco più in là si trova un’aria dove vi si poteva fare sport con la palla al chiuso, lo sferisterium.
Gli uomini (come le donne d’altronde) non si facevano mancare nessuno degli abituali bagni termali che facevano seguendo un determinato rito. Dopo la palestra entravano nello spogliatoio per poi entrare nudi nei bagni caldi e poi in quelli freddi. Particolarmente interessante notare la rete di condutture che attraversano il pavimento con doppio fondo per trasportare il vapore ed aria calda per le saune. Il sistema di riscaldamento a secco e ad umido che creava le colonne di vapore delle saune erano efficienti grazie ad impianti di riscaldamento alle molto efficaci.
L’importanza delle terme era dovuta anche al fatto che in questi luoghi si sviluppavano relazioni sociali che permettevano ai frequentatori di stringere e rafforzare nuove e vecchie alleanze strategiche.
Il Canopo
Il Canopo
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Il canopo è uno degli elementi più celebri della Villa ed è stato rinvenuto grazie a scavi fatti da Gesuiti nel 1700. Si tratta di una suggestione esotica del Nilo, di un tratto che va dal delta del fiume fino alla vicina città egizia chiamata Canopo. Quasi certamente la monumentale piscina di dimensioni 120 mt X 20 mt circa. fu realizzata prima che l’imperatore si recasse in quei luoghi nel 132 d.c., dove riportò molte statue lì sistemate e dove vi trovò la morte il suo amato Antinoo (vedi approfondimento in fondo pagina). Questo lo si deduce dai bolli sui laterizi dei muri che riportano una data antecedente a quella in cui l’imperatore si recò in quei luoghi.
Quasi certamente il Canopo é un grande triclino estivo dove tra affreschi, marmi preziosi, statue riproducesti cariatidi ateniesi e sileni canefori, zampilli dei giochi d’acqua (alimentati da uno stagno posto sulla collina sovrastante attraverso un mini acquedotto), l’imperatore consumava i pasti con i suoi ospiti.
Il triclinio imperiale si trovava alla fine della piscina lì dove si trova l’esedra in cui era posto il letto triclinare.
Il museo del Canopo.
Il museo del Canopo
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In questo museo al lato del Canopo si trovano le statue originali del Canopo nel quale al loro posto sono state sistemate alcune copie. Si tratta delle statue molto ben conservate delle quattro cariatidi ateniesi e dei due “portatori di canestri” sileni, di marte, mercurio e minerva che nel Canopo sono posti sotto gli archi della sponda opposta al triclinio imperiale. Ci sono inoltre un coccodrillo di cipollino ed il ritratto di un nobile romano, Elio Vero.
Il palazzo imperiale
Il palazzo imperiale
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In questo palazzo all’origine ricco di marmi ed affreschi doveva soggiornare l’imperatore. Dalla struttura si possono distinguere alcune nicchie per un uso da libreria in cui venivano raccolte le pergamene, una semicupola anch’essa con nicchie che fungeva da il triclino estivo. Inoltre qui si trova un ninfeo con dei gradoni da cui scorreva l’acqua.
Infine nel centro della struttura si nota un cortile porticato probabilmente preesistente e derivante dalla originaria villa repubblicana su cui poggia gran parte del quartiere centrale della villa.
Edificio con pilastri dorici
Edificio ccon pilastri dorici
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Alle spalle del ninfeo troviamo l’edificio con i pilastri dorici del quale però non si ha notizia esatta della sua funzione se non una teoria che lo vuole sede dell’amministrazione della giustizia. La sala è absidata e la struttura presenta una zona porticata. La costruzione certamente collegava la piazza d’oro, con il palazzo imperiale ed il quadriportico con peschiera, una struttura che presentava nei muri delle nicchie per gli ospiti che si dilettava a passare il tempo pescando.
Piazza d’oro
La piazza d’oro
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La piazza d’oro è un complesso di notevoli dimensioni con un grande giardino all’aperto. La presenza di marmi pregiati che rivestivano le pareti e di mosaici pavimentali con motivi piuttosto arabeschi suggeriscono una funzione molto importante nella villa, funzione che molti studiosi indicano nella biblioteca di Adriano. Il cortile all’aperto era arredato con vasche d’acqua ed aveva un porticato composto da colonne cipolline e di granito.
Altri edifici del quartiere imperiale
Hospitalia
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Tornando verso la sala dei pilastri dorici troviamo gli altri edifici della zona centrale che sono: la caserma dei vigili, il triclinio estivo, la sala e tre navate, il criptoportico e le terme con heliocaminus, termine che deriva dall’impressione che la sala termale con ampia vasca fosse integrata di una forma di riscaldamento solare che si aggiungeva a quello di aria calda alimentata dai fornelli degli altri ambienti.
Proseguendo troviamo un ampio cortile di servizio di due biblioteche adiacenti, quella latina e quella greca più grande della precedente. Dall’altra parte del cortile troviamo un triclinio e più in alto la zona chiamata Hospitalia, dove potevano soggiornare alcuni ospiti della Villa. Qui è interessante notare la pavimentazione costituita da mosaici in bianco e nero. Decorazione questa riservata ad ospiti di media importanza. Solo l’imperatore ed alcune personalità di riguardo avevano infatti pavimenti e muri colorati e decorati con marmi. Mentre personale di servizio si accontentavano di pavimenti monocromatici e piccoli affreschi nelle pareti. Gli schiavi invece erano ricoverati nelle cento camerelle, le quali avevano come unico comfort un’intercapedine nei muri che funzionava da isolante per l’umidità.
Il teatro Marittimo o villa dell’isola
Teatro maritmo
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E’ certamente la più singolare delle costruzioni ma anche la più famosa insieme al Canopo. Quale ne fosse l’uso non è ancora certo, ma l’ipotesi che fosse una dimora di ritiro e per riposare o ottenere una maggiore privacy è l’ipotesi più accreditata. L’aspetto è quello di una villetta in miniatura con molti piccoli vani e dotata di tutti i comfort, come testimonia la presenza di una piccola zona termale interna.
L’intera villetta era isolata dal resto della Villa Adriana da un canale colmo d’acqua, la privacy era garantita da un piccolo ponte levatoio che all’abbisogna poteva essere ritirato in breve tempo.
Tutt’intono al lato esterno del fosso vi è un portico circolare che forma insieme al canale d’acqua un anello il quale avvolge l’edificio posto sull’isoletta che ne risulta.
Un’ultima curiosità è quella che vede i diametro della struttura delle stesse dimensioni del Pantheon che come è noto fu ricostruito da Adriano
La sala dei filosofi
Sala dei filosofi
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A pochissima distanza dal teatro marittimo è situata la “Sala dei Filosofi”, tramite la quale si accede sia al “Pecile”, che alla parte opposta al “Teatro Marittimo”. La struttura è absidata e contiene sette nicchie che con ogni probabilità contenevano le sculture di alcuni filosofi. Benché inizialmente molti studiosi pensarono alla sala adibita a biblioteca, la “Stanza dei Filosofi” doveva essere più verosimilmente un luogo dove Adriano vi tenesse le udienze. A rafforzare questa ipotesi è il rivestimento di pregiati marmi utilizzati come decorazioni di cui parla l’architetto Pirro Ligorio di cui, a parte profuso uso del porfido, qualche traccia resta ancora visibile sulle pareti.
Altri monumenti
Il teatro Greco
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Da visitare infine sono il “Tempio Circolare” con il calco della Venere e le colonne doriche, il tempio di Apollo, l’Accademia ed in ultimo perché posto vicinissimo all’uscita della villa “Il teatro Greco”.
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